25 anni di CSOA Zapata! RAINA (Villa Ada Posse) + GANJA FARMERS + djset Zapatista

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QUANDO
05/01/2019

COME ARRIVARE DOVE
Csoa Zapata - Via San Pier d'Arena, Genova (GE)
APRI IN GOOGLE MAP

MUSICA


per festeggiare 25 anni di storia del Centro Sociale Emiliano Zapata sarà con noi dopo tanti anni di assenza

RAINA outta VILLA ADA POSSE,

altrettanto storica formazione del reggae nostrano
con il suo track show rinnovato e la sua carica di energia e simpatia!

suonerà per la prima volta su
GANJA FARMERS SOUND SYSTEM
accompagnato alla console da SirJoe e Urka inna bday celebration mood

inoltre ai giradischi heavy rotation di djs per fare festa fino al mattino!
saranno con noi
LEVANTE MASSIVE
ENTROTERRA SOUND
AZALA SOUND
MILITANT YOUTHS

Mentre l’EZLN cominciava in Chiapas (Messico) la sua rivoluzione, un gruppo di ragazze e ragazzi ne incominciava
un’altra a Genova. Era la mattina del 6 gennaio 1994, quando venne occupata una scuola abbandonata in salita Bersezio,
sulle alture di San Pier d’Arena: è il primo centro sociale Zapata.
Uno spazio in cui la critica e il dissenso al
pensiero dominante facevano tutt’uno con l’impegno per costruire dal basso un mondo diverso possibile.

Oggi, dopo 25 anni, la città è completamente un altro mondo, ma i motivi per portare avanti un centro sociale ci sono ancora.

I centri sociali sono luoghi di critica alla società contemporanea dove si incontrano e scontrano le contraddizioni
giornalmente sotto i nostri occhi. Spazi di desiderio e costruzione di un modello differente di società e socialità, dove doveri e diritti vengono sanciti dalla reciprocità dell’agire comune e non da una carta costituente e dai gendarmi.

I centri sociali sono luoghi di incontro, dibattito e scambio, aperti e trasversali, dove sono nate e possono nascere forme di solidarietà dal basso, dove si può scoprire e mettere in pratica l’idea che il personale sia politico e viceversa, dove si incontrano persone con
esperienze diverse e distanti che portano avanti progetti condivisi.

Dopo 25 anni le nostre pratiche e i nostri spazi sono ancora concreti e accessibili a tutte/i perché non ci arrendiamo allo scenario globale di miseria, sfruttamento e sopraffazione e coltiviamo l’utopia di un
mondo diverso possibile.


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