JAH STITCH: TRIBUTE TO THE ORIGINAL RAGGAMUFFIN

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E’ venerdì 26 aprile quando Melbourne James – da tutti conosciuto come Jah Stitch – viene portato in ospedale.

Viaggio purtroppo senza ritorno visto che due giorni dopo il grande artista muore. A condannarlo è stato un ictus seppure da tempo soffriva anche di una grave forma di diabete. Pian piano la notizia si diffonde e tutto il mondo della musica reggae piange la scomparsa di uno di coloro ai quali il termine pioniere resta il migliore per descrivere il grande contributo e gli insegnamenti che ha saputo donare. Jah Stitch ci lascia quando aveva da poco compiuto 69 anni.

“Original Raggamuffin”, queste le parole spese in molti dei tributi che tutti gli appassionati hanno voluto testimoniare nel ricordare una figura chiave del deejaying style, scrivendo pagine di storia indelebile in primis militando nel Tippertone, uno dei sound system più famosi in Jamaica. Carriera poi proseguita con il suo Black Harmony e suggellata dalla registrazione negli anni ’70 delle sue prime hits a partire da “Danger Zone” e “Killer For Hit”.

Sono momenti cruciali nello sviluppo delle sonorità jamaicane e la figura del toaster che Jah Stitch incarna alla perfezione, è il cuore pulsante di una scena che vive di spontaneità e voglia di sperimentare. Jah Stitch è stato anche un impeccabile selector e quel nome si racconta nasce dall’ammirazione del pubblico femminile per come fosse sempre vestito in maniera impeccabile.

Rivalità e un clima politico di odio e scontro fanno si che nel momento più alto della sua carriera musicale, il deejay viene sparato con la conseguenza di trascorrere ben 4 mesi in ospedale. Forte di una decisa identità Rasta e determinato a ritornare più forte che mai, Jah Stitch registra nel 1976 l’album manifesto “No Dread Can’t Dead”, seguito poi da “Watch Your Step Youthman” e “Moving Away”, che consolidano anche la sua fama nel Regno Unito.

Lo scorso anno Jah Stitch tornava nuovamente protagonista grazie ad un progetto della Addis Records denominato “Kingston Sessions”.

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