Intimate Concert – la vittoria della buona musica!

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Intimate Concert

Il primo dell’anno è un giorno sempre un po’ strano, di solito si è fatta molta festa la notte prima e dopo il pranzo ci si sente appesantiti e con poca voglia di continuare la festa.
Quest’anno però c’è stata un’opzione che mi allettato moltissimo: prendere un biglietto per Montego Bay ed andare ad assistere ad uno dei concerti più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita, l’Intimate Concert, un evento con una line up che non ha lasciato spazio all’immaginazione: L.U.S.T. , Marcia Griffiths, Tarrus Reiley, Beres Hammond e Buju Banton!

Con la banda di Highlife Posse ci dirigiamo verso il concerto muniti di sedia da campeggio (un musthave importantissimo se volete assistere a questi eventi che durano molte ore), nessun taxi disponibile, perfetto. Stop al volo da Kaya the Herbhouse per prendere un po’ di brainfood e ci affacciamo alla strada che va da Ocho Rios alla venue, Plantation cove, ci dividono solo 6km, ma tutta la Giamaica (e non) è su quella strada, ogni taxi che passa è pieno e ad un certo punto saltiamo letteralmente su un Pickup privato (santo) che ci traghetterà fino al concerto, robe da non crederci, e , sfrecciando tra campagne e strade buie, comunque ci mettiamo due ore anziché 15 min !

Telefoni in tilt e pubblico da stadio arriviamo a concerto dei L.U.S.T. iniziato, non si riunivano da 25 anni, la crowd è divisa tra general admission ( 70 $) e Vip (150$) ma non vi nascondo che l’atmosfera nella parte “popolare” – se cosi si può dire visto il prezzo del biglietto – era notevolmente migliore di quella un po’ incravattata del Vip.

Bar e chioschi del cibo presi d’assalto e file interminabili rendono l’idea di quanta gente ci fosse, Sale Marcia Griffiths, la Regina del Reggae, 73 anni di storia e passione, è una hit dietro l’altra mentre le signore del pubblico si alzano dalle loro sedie di tanto in tanto per tributarla.
Le trombette quasi come le vuvuzela del mondiale in Sud Africa non smettono di suonare nemmeno quando fa salire sul palco il figlio per cantare la hit “Young gifted and Black” o quando ingaggia la coreografia di Electric Boogie seguita da un bel po’ di gente sul palco tra cui anche Naomi Cowan e la madre Carlene Davis.

Ci lasciamo trascinare dall’entusiasmo e dalla voglia di trasmettere energia di Marcia, mentre riflettiamo che è finito il rum e tocca fare una fila incredibile e siccome la session era volta al termine ne approfitto, cambio palco – cambio flask!
Sgomitando e contrattando il prezzo della flask (fiaschette da 20 cl tipiche di qui) che variava da barista a barista e oscillava più del prezzo del greggio all’inizio della guerra del golfo noto mi accorgo che sul palco Dean Fraser è pronto per accogliere Singy Singy anche noto come Tarrus Riley.

Non farò la cronistoria delle canzoni e del suo live, voglio solo dire che Tarrus Riley è , in questo momento , la persona con più confidenza sul palco che io mi ricordi abbia visto, intrattiene il pubblico, parla con le singole persone, ride , ha uno stile eccezionale, una voce che ti trasporta e non delude mai.
E’ come se aprisse le porte e ti facesse entrare in casa sua , una casa dove la musica è avvolgente e sul divano c’è già Dean Fraser che sembra fare da spalla al padrone di casa, ma che in realtà è esso stesso il padrone di quella casa, siamo così a casa che sale persino il figlio di Tarrus con una chitarra a tracolla, il gene del resto non mente.

Tra tutte le hit che ha cantato menziono Baby blue , un nuovo brano presentato in anteprima , che credo sentiremo spesso!

E’ passato un bel po’ di tempo e la sedia da campeggio sta facendo il suo impagabile dovere durante questo cambio palco che comunque non è assolutamente lungo.

L’atmosfera è assolutamente rilassata, a parte nella zona cibo e bevande, lì sono tutti presi male perché ad un certo punto non si riusciva a trovare nemmeno una bottiglietta d’acqua, e i chioschi che avevano menù scritti col gesso su lavagnette avevano cancellato tutte le opzioni disponibili.

“dopo 4/5 ore se hai fame hai fame”
“signora la capisco ho fame anche io , mo mi prendo dei peanuts (il miglior tappabuchi)”
“io la zuppa”
“ah buona idea, le do i soldi signò!, bella quella zampa di pollo che spunta dal bicchiere!”
(La zuppa di pollo è una salvezza, anche se ci sono 30 gradi ti da una botta energetica e calorica che ti fa
riprendere da qualsiasi cosa, non fate domande su quello che c’è dentro , di solito comunque verdure ravioli bolliti e frattaglie di pollo, oppure polpo e conch – il conchiglione – ma non illudetevi sulla quantità di roba da mangiare dentro. )

Siparietto e spiegazione a parte tutti si domandano se le due super star di cartello saliranno assieme o in caso contrario chi salirà per primo, ma dal media spot riservatoci si intravede lato palco un cappellino con occhialetto inconfondibile : è Fada Beres!

Intimate Concert – la vittoria della buona musica! 2024 News

Neanche il tempo di mettere a fuoco quello che sta succedendo tra pubblico – soprattutto femminile – in delirio e trombette a ciclo continuo che si sente un “WHOO SEH A BIG MAN DON’T CRY..” , è Buju tutto vestito d’arancio con evidente hype appresso che si prende un forward che penso l’abbiano sentito anche a Cuba.
Tra saluti e convenevoli però smonta il mio sogno di tutto un concerto a due, lasciando il palco a papà Beres, ma l’aspettativa per il suo live cresce e di molto. “tutto molto bello” cit.

La Harmony band è qualcosa che vorreste sentire suonare prima di andare a dormire, prima di svegliarvi, dopo che vi siete svegliati -insomma sempre- e Beres non è certo quello di vent’anni fa, nel frattempo ha sconfitto una malattia e l’età si fa sentire, la voce a volte si affievolisce nelle note più alte, ma dove non arriva con le corde vocali ci arriva con l’anima, è questo che lo contraddistingue, Beres ha il soul dalla sua parte e stasera ce lo sta regalando senza filtri.

Come vi ho detto non elencherò la infinita quantità di hits che sono state rilasciate dal palco dell’Intimate,
ma ogni volta che Beres Hammond intona una lover tune , e quindi il 70% della sua performance, una signora si alza urlandola a squarcia gola o una ragazza si commuove. Accanto a me c’era una piramide familiare nonna-mamma-figlie , che non hanno smesso di piangere durante tutto il suo live.

Tipo come Vasco a San Siro, senza Vasco, senza San Siro ma con le palme, il reggae e Beres Hammond.
Anyway, Dio benedica le sedie da campeggio, e il fatto che ai concerti te le puoi portare e nessuno ti dice niente, anzi, fuori dalla venue ti vendono gli sgabellini a circa 20 euro, perché dopo 5 ore ogni tanto ti siedi e ti rendi conto che non sei più il guizzante giovane che vuoi far credere a tutti.
Spunta un Popcaan con una sobria collana 876GOD di diamanti che se è vera costa quanto il debito pubblico dello Zimbawe e canta perfettamente “God is Love”, si vede quanto ci tenga a fare bella figura, la connessione con Beres oramai è – parole sue – da padre e figlio. We feel good Beres!

Dopo il “Burna Boy concert ” allo stadio di Kingston seguita da qualche polemica ma che comunque aveva consacrato Poppy come leader della dancehall di oggi con un bel bagno di folla, questa comparsata è un altro bagno di folla , giustamente meritato aggiungo io.

E’ circa l’1,45 e la gente non sembra assolutamente accusare nessun sintomo di stanchezza, quando una coltre di misticismo avvolge il palco, sono quindici minuti di concious tune alla Til Shilow che Buju apparecchia per poi passare a ritmi più sostenuti, le fa tutte!, inframezzando il tutto con discorsi sulla sua vita, sui suoi up and down, su quello che sta succedendo in Giamaica e , chiaramente , su quanto sia felice di vedere tutta quella gente per quest’evento.

Chi ho accanto mi dice che molto è ripreso dal suo primo show dopo la prigione a Kingston del 2019, ed effettivamente il settaggio della scaletta sembra richiamarlo, è un ottimo show, per non parlare della band,
più di dieci tra strumentisti e coristi, chiaramente c’è c’è il roots il rock il gospel ovviamente la dance hall
, e c’è lui , Buju, che non sembra volersi fermare mai.

Notevole il duetto con Gramps Morgan sulle note di Yes Mi Fren e poi via alle combo con Beres, che dopo 50 min di riposo sembra aver ripreso tutte le forze e quindi via, combination su combination fino al punto che Buju fa la parte di Beres e Beres fa il vocione del Maroon!

Mi faccio un giro nelle “popolari” per capire che succede e non vedo nessuna smorfia contrariata, nessuna faccia annoiata anche se oramai sono le 3,20, i due mega video wall lato palco illuminano Plantation Cove mentre un tappeto di bottiglie di qualsiasi formato e sostanza impedisce di camminare normalmente. It’s time to go, il live finisce fra gli applausi e la pelle d’oca, la folla si riversa nei parcheggi o in cerca di un taxi, sperando di non ripetere le due ore di fila dell’andata.

Mentre cammino incontro molte persone, per lo più di età avanzata , mi chiedono di dove sono, affascinate dalla lontananza della mia provenienza si mettono a parlare del concerto, sono tutti d’accordo sul fatto che sia stata un’esperienza bellissima come sono tutti d’accordo che avrebbero voluto pagare di meno (sigh!), ma alla fine la musica prevale su tutto e l’anno non poteva iniziare meglio di così.
Un taxi vuoto mi sfreccia davanti, urlo uno yooooooow grande quando la regione in cui mi trovo, si ferma ,ci prende e ci porta a casa. Wray&water e si va a letto. buona notte !

Tirando le somme questo concerto posso dire che è stato una prova strutturale delle fondamenta del reggae in Giamaica, paese in cui la controversia la fa da padrone e dove molto spesso si prendono strade musicali dettate da mode passeggere, le si rivisitano e si inglobano nella cultura , specialmente tra i giovani, e dove per trovare dei live reggae di questo livello paradossalmente bisogna tribolare e aspettare i classici eventi da calendario tipo il Rebel Salute.

La prova è stata superata di gran lunga, personalmente uno dei più bei concerti della mia vita, grazie Intimate!

Dàvide Attila Musca

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