Intervista a Misty in Roots

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Intervista a Misty in Roots
Intervista a Misty in Roots

I Misty in Roots sono una band britannica di roots reggae formatasi a Southall, Londra, a metà degli anni ’70. Il loro primo album è stato Live at the Counter Eurovision del 1979, un disco pieno di canzoni rastafariane. Il Counter Eurovision, tenutosi a Bruxelles, fu organizzato come alternativa al pop banale e conservatore dell’Eurovision ufficiale. L’album fu promosso dal DJ John Peel di BBC Radio 1, contribuendo a far conoscere il roots reggae al pubblico bianco. I Misty in Roots erano una delle band reggae britanniche più popolari della fine degli anni ’70. Li abbiamo intervistati dopo il loro concerto al Rototom Sunsplash, uno show che ha segnato i loro cinquant’anni di carriera.

D: ci ritroviamo questa sera per un concerto storico che segna i cinquant’anni della vostra carriera…

R: cinquant’anni sono davvero tantissimo tempo! Essere ancora sul palco è un vero privilegio. È stato un lungo percorso ma siamo ancora qui a suonare e perciò rendiamo grazie.

D: come era la situazione quando avete cominciato a suonare, quando le tensioni razziali erano all’apice? Mi potete raccontare un po’ i vostri esordi?

R: quelli erano i tempi nel Regno Unito di Rock Against Racism e tentavamo di educare le persone contro il razzismo attraverso il rock e il reggae soprattutto. Erano gli anni Settanta e tentavamo di unire i neri e i bianchi nel segno della buona musica. Abbiamo fatto un sacco di concerti così e ricevuto anche tanti sputi di apprezzamento dagli skinheads perché loro dimostravano il loro gradimento in questo modo (ride).

D: con quali altri band vi piaceva collaborare o suonare?

R: abbiamo sempre suonato con tantissime band e cooperato con tantissimi artisti. Abbiamo suonato anche con molti musicisti africani e questo è stato molto importante per noi. Abbiamo suonato anche con tante band di punk come i The Ruts, quelli di Babylon’s Burning con cui abbiamo fatto parecchi concerti e che abbiamo invitato a registrare un singolo per la nostra etichetta, People Unite.

D: per voi è stato difficile mescolarvi con queste band punk, con pubblici così diversi?

R: assolutamente no! Venivamo dagli stessi posti, siamo cresciuti assieme quindi non era strano per niente suonare con loro.

D: e adesso come pensate sia la situazione? Quali differenze notate rispetto al passato?

R: il razzismo forse non se n’è mai andato veramente anche se adesso non si avverte in maniera così intensa come in passato. Noi ci siamo abituati, è normale per molti di noi anche se notiamo molta più unità tra le persone.

D: questa è una domanda che ho fatto a molte altre band leggendarie e quindi faccio anche a voi ossia quale è la caratteristica principale del suono del Brit Reggae?

R: abbiamo sviluppato il nostro sound fin dall’inizio e non abbiamo mai cercato di suonare o imitare i giamaicani. Certo il reggae giamaicano è sempre stato molto importante per noi ma noi volevamo trovare la nostra strada.

D: al momento c’è qualche artista o band che vi piace particolarmente?

R: ascoltiamo tanta musica ma non ti farò un nome in particolare perché realmente ascoltiamo moltissima musica.

D: tornerete presto in studio per produrre qualcosa di nuovo?

R: non ci sono progetti simili a breve termine al momento ma mai dire mai.


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