Con Atlas, il nono album della loro impeccabile discografia, i Dub Inc raccolgono la sfida della longevità reinventandosi senza tradire la loro identità fondamentale. Pur mantenendo immutato il proprio DNA – testi socialmente impegnati recitati con il loro flow implacabile su irresistibili riddim – la band si concede di esplorare nuove strade. Dopo vent’anni insieme, il collettivo di Saint-Étienne trova nuova energia, offrendo al proprio pubblico 12 brani ispirati e brillanti.

Sempre impegnati nella lotta per un pianeta migliore, i Dub Inc usano le loro parole per riparare un mondo che non funziona più come dovrebbe. Al di là delle bandiere e dei confini, Atlas è l’occasione per i Dub Inc di dare il massimo e portare avanti la lotta che tutti noi, cittadini e abitanti, dobbiamo combattere, perché c’è ancora speranza. Le voci di Bouchkour e Komlan ci esortano forte e chiaro a mettere da parte tutto ciò che ci divide, per preservare ciò che ci unisce. Al crocevia tra prove personali e un mondo in crisi, i Dub Inc riescono ad affrontare temi sociali ricchi di significato, pur rimanendo positivi e dimostrando un ottimismo incrollabile e unificante.

Dal punto di vista musicale, Atlas mostra una maggiore diversità rispetto alle precedenti pubblicazioni. Il reggae assume una sfumatura cumbia con la fisarmonica, si avventura in nuove influenze orientali con la mandola e talvolta si avvicina maggiormente al rock, con una chitarra elettrica potente e stratosferica. Alcuni brani hanno un suono più elettronico, mentre altri rimangono distintamente acustici. Per quanto riguarda le collaborazioni, Atlas vede la partecipazione di talenti di grande valore come l’artista neocaledoniano Marcus Gad e il paroliere giamaicano Kabaka Pyramid, vincitore di un Grammy Award e figura di spicco del revival reggae. Sono presenti anche diversi collaboratori di lunga data, tra cui il suonatore di oud Alaoua Idir e il percussionista Antony Gatta. Atlas è il quarto album della band mixato da Guido Craveiro, che ha anche prodotto un remix dub elegante e progressivo.

Con la cancellazione del loro precedente tour per motivi di salute, il 2024 ha offerto alla band l’opportunità di un periodo rigenerante di introspezione. Nel comfort del loro nuovo studio a Saint-Étienne (Greenlab), il team si è preso il tempo per riflettere, sperimentando nuove strade e un modo di lavorare sempre più collaborativo. Nel cuore di un mondo digitale alimentato dall’intelligenza artificiale che spinge la creatività verso l’uniformità e la virtualità, Dub Inc continua a produrre musica reale, sincera e spontanea con strumenti reali. Nello stesso spirito, la copertina dell’album è una creazione originale e molto reale di due artisti di Saint-Étienne, Fabien Cornut (642) e Judith Chomel. Spinta da una rinnovata energia, Atlas offre così dodici nuovi brani da ascoltare in ripetizione e da vivere dal vivo, durante il loro prossimo tour.