Amsterdub Weekender 2024 – Report

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Amsterdub Weekender 2024

Una nuova edizione di Amsterdub Weekender si è appena conclusa. C’è chi la chiama solo “sembrano due serate e poi ti devi prendere da dormire altrove.” e invece vivendola si entra in un flusso continuo di musica, messaggi e meditazioni intervallate giusto dal tempo necessario per riposarsi ed essere nuovamente la- in quella vibe che ti nutre l’animo e che rafforza e che ti ricorda che hai una family ovunque sei nel mondo che ti appartiene, sostiene e che è bello reincontrare.

Si torna a casa e ci si sente tutt’uno con gli altri che sono tutti accorsi con lo stesso scopo di ritrovarsi ie nutrirsi di bassi, musica e messaggi che ti ricordano di fare parte di un’unica famiglia.

Il ritrovo di Amsterdam arriva a poche settimane dal caotico periodo natalizio. Quando si è in una dub session è il messaggio ad unire – Love, Peace and Unity – lo senti penetrarti dai bassi che ti circondano. Un appuntamento come questo nel cuore dell’inverno riscalda tutta la dub community presente – non è una mera questione di bassi ma è la consapevolezza di essere tornati a casa. Una casa quella di King Shiloh dove il messaggio spirituale è forte e chiaro quanto il suo rounded sound system che ti avvolge con i suoi suoni perfettamente settati da ogni angolo della sala.

Qui ogni anno la selezione degli artisti porta a quella healing session degna di essere chiamata Healing of the Nation- il motto ma anche format radiofonico del King Shiloh sound system, quello ascoltato da migliaia di utenti da ogni angolo del mondo e che è riuscito a tenere in piedi la vibe anche nei bui anni di lockdown con un appuntamento il venerdì sera online capace di riportare tutti in danza anche quando eravamo tutti soli e chiusi nelle proprie case.

Pieni di queste good vibes è ora di raccontarla questa edizione 2024 del Amsterdub Weekender: la special guest di questa edizione è stata Sista Kare “The Leopard Empress”- per la prima volta fuori dal Kenya che felice come una pupa raccontava “sto finalmente vedendo il mio sogno realizzarsi” un feeling che ha assolutamente trasmesso con la sua voce e pura energia trasmessa sul palco per entrambe le serate ogni volta che toccava ai padroni di casa di esibirsi.

Lo stesso feeling che ha guidato in verità un po’ tutti gli artisti in line up. Sabato sera le danze si sono aperte con i Moa Anbessa da Venezia, dove King David e Imo si sono alterati ai microfoni sotto le conscious selections di Buriman, che dire? quando si dice partire col piede giusto. E da lì il flusso di rasta, spiritual, love music non si è più fermato.

Mikey Dread insieme a Ras Sherby di Ayre Productions, che lo accompagna come MC da un paio d’anni in giro per le sue sessions hanno fatto un excursus di roots rock reggae music in perfetto stile Channel One per riportare la family alle fondamenta di questi ritmi capaci di crescere dentro di noi di traccia in traccia.

“Quello che più amo è l’accoglienza del pubblico ovunque andiamo, sono affamati delle nostre session. Channel One Sound veramente rappresenta le fondamenta della roots rock reggae music e Mikey tende a dare alle persone ogni volta un’educazione insieme all’intrattenimento e per questo è diventato famoso. Anche se in ogni posto le persone sono diverse la vibe è sempre la stessa e diventa un sollevamento spirituale e fisico per le persone presenti.” racconta Ras Sherby subito dopo la session.

Mentre per Mikey Dread, che fondò il suo sound system ben 45 anni fa, in una Londra che si rivolgeva prevalentemente alla comunità nera, racconta: “Quando iniziai a girare il mondo ho visto persone di tutti i colori ballare la mia musica e iniziai a stabilire un rapporto con persone di tutti i colori e tutte le generazioni e questo fu la cosa più importante: siamo tutti di un colore pur venendo da colori e nazioni diverse. Ecco perché amo la musica reggae. Quando mi vedono suonare sono il loro intrattenimento, quando io li vedo ballare loro diventano il mio di intrattenimento è questa la magia, è semplicemente un feeling musicale che tutti condividiamo.”

Così dopo aver parlato con una leggenda della musica dub, nella sala del Melkweg aveva già iniziato a esibirsi uno dei maggiori produttori dub della new generation – Alpha Steppa, il figlio d’arte della Alpha e Omega family in grado di portare le nuove generazioni a un livello di coscienza importante sui ritmi steppa. Si è chiusa così in maniera energetica la prima serata iniziata a mezzanotte e finita alle sei del mattino con Shiloh che ci augurava buon riposo per poi ritrovarsi di nuovo insieme già dal primo pomeriggio.

E così è stato – letto, dormita, colazione e si ripartiva, per la volta del Lofi, locale nella periferia di Amsterdam. E non appena eri di nuovo li sapevi fermamente di essere parte integrante di questa healing session- che nella sua session domenicale pomeridiana si è nutrita di altri artisti nuovamente messi in quella perfetta sequenza volta a nutrire le coscienze di tutti.

Mistical sound dalla Sicilia ha aperto le danze, colui che da qualche anno si è portato il vecchio sound di King Shiloh in Italia e ci delizia in giro per lo stivale con suoni e selezioni di qualità partecipando attivamente ai maggiori festival in giro per l’Italia.

A seguire la Shiloh family dove nuovamente Sista Kare ha preso il microfono e una leggenda della cultura rasta “ha fermato musica e sound per condividere un lungo conscious speech sul momento che stiamo vivendo, un momento che richiede centratura, equilibrio, presenza.”, come commenta Kaveen uno dei primi collaboratori della Good Stuff, coloro che negli anni 80 hanno importato i primi dischi reggae in Italia.

“Kiddus I è stato per me la rivelazione di questo AmsterDub Weekender 2024.” Riportiamo qui il suo discorso per chi avesse interesse ad ascoltarlo, perché’ sintetizzarlo sarebbe troppo riduttivo.

Dopo questo grande momento culturale si sono messe ai controlli le Roots Daughters, due fantastiche mamme, amiche e donne che si son unite a Berlino mentre venivano in session con i loro figli piccoli “dopo poco che ci conoscevamo abbiamo deciso di suonare insieme perché condividiamo lo stesso stile di vita, gli stessi principi e la stessa prospettiva di vita.” – una combo che va avanti dal 2009.

Le loro sono esibizioni attente alle donne e ai loro stessi diritti, con una selezione di tracce così particolari e coinvolgenti che capisci ancora una volta l’infinta offerta musicale della musica dub dalle sue innumerevoli contaminazioni culturali – un food for me brain mai scontato, sempre curativo. E il consiglio per ogni donna? “Just do it, esci da queste automatiche norme sociali e afferma il tuo spazio in maniera pacifica perché sembra non ci siano così tante opportunità invece noi abbiamo fatto questa esperienza e molte persone ci hanno dato lo spazio.

Per esempio abbiamo un negozio di dischi a Berlino che supporta le dj donne e ogni dj donna che vuole suonare può farlo alla nostra serata. E questo dimostra che ci può essere un setting bilanciato nella musica. Perché puoi costruire ponti con la musica che suoni ed è importante lasciare dello spazio per crescere e questo è quello che cerchiamo di creare.” raccontano sorridenti poco prima di esibirsi.

Così dopo queste piacevoli vibrazioni è stata la volta di niente di meno che Kibir La Amlak- che da dieci anni produce con la sua record label dal suo studio londinese una roots dub dall’intenso sapore rasta – incenso acceso nella sala per purificare e un forte messaggio spirituale a ricordarci che siamo un unico.

“Tutto ebbe inizio nella mia infanzia e la musica reggae ha illuminato qualche cosa dentro di me che è diventata tutta la mia vita e dentro a questo ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno in un momento della mia vita in cui avevo bisogno di trovare la mia strada. E sono stato presentato a una musica che ha un quadro spirituale, culturale, politico e alimentare, una musica con un codice etico e morale e ha una ricetta totale per una vita piena, felice e sana.

E tutto questo arrivò a me quando ero solo un bambino.” racconta pacato ai nostri microfoni prima di esibirsi. E per quanto riguarda la sua missione per le nuove generazioni risponde così: “La mia missione è molto semplice. Io da bambino sono stato introdotto a qualche cosa che ha salvato la mia vita. Voglio che ci sia un posto e uno spazio e un’energia per altre persone per fargli fare questa esperienza. Non mi importa come e dove accade, qualsiasi cosa sia necessita del potenziale che ha avuto sulla mia generazione e altre generazioni prima di me dove tutti noi saremmo stati in una situazione peggiore oggi se non avessimo avuto la gioia, la forza e l’incoraggiamento di sentirci bene con noi stessi attraverso la forza della musica.”

E dopo queste bellissime parole, tornata in yard un grandissimo produttore inglese aveva preso i controlli – Steve Vibronics – anche lui come Shiloh impegnato a scoprire la dub culture in giro per il mondo promuovendo nuove voci da registrare con la sua etichetta. Ci ha deliziato con tracce indiane e tanto era felice di essere per la prima volta sul palco del “Healing of the Nation” che avrebbe voluto tutta la massive presente alla sua prossima tappa in Messico. Disse proprio “you are all on my guest list come over to join”. A chiudere le danze ci hanno pensato i Gorgon Sound da Bristol, UK – il loro è uno stile unico di quei selector adatti a suonare per ultimi con una steppa pesante e necessaria per chiudere in bellezza.

Ecco come è stato il Amsterdub Weekender 2024 in una città grigia dai freddi venti e piogge del mare del nord, dove la international dub family si è riunita e ha scaldato i cuori di tutti un’altra volta.

Report by Elis elisgreenpot[@]gmail.com