Intervista a Pol Reggae Drummer

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Tommaso Gieri, in arte Pol, ha 31 anni ed è friulano, nato da mamma veneta e papà marchigiano. Da alcuni mesi è il nuovo batterista della band sarda Train To Roots.

D: quali sono i tuoi primi ricordi legati al mondo della musica?

R: non sono figlio di musicisti ma questo piccolo aneddoto si rivelerà la chiave della mia carriera: quando ero bambino mia madre, mentre sbrigava le faccende domestiche, ascoltava sempre tanta musica, in particolare l’album ‘Babylon By Bus’ di Marley.

D: quando hai iniziato a suonare la batteria?

R: sono cresciuto con il lettore CD sempre in mano (perché in tasca non ci stava) e ho iniziato a suonare il primo strumento alle medie, quando per una festa di fine anno serviva un batterista, e ho deciso di improvvisare una base rock per salvare la festa.
Qualche giorno dopo mi sono ritrovato in un negozio di musica per acquistare la mia prima batteria. In seguito, ho iniziato a frequentare dei corsi e studiare la teoria musicale, superando gli esami di solfeggio e di lettura a pieni voti.

D: dal solfeggio al reggae… raccontaci com’è andata.

R: ero a una festa con alcuni amici e lo stereo suonava ‘Babylon By Bus’… le vibes di quel disco mi hanno emozionato ed è in quel momento che ho deciso di dedicarmi alla musica in levare.
Purtroppo non sono riuscito a trovare nessun maestro che mi insegnasse a suonare contemporaneamente la grancassa e il bordo del rullante e così ho lasciato le lezioni di teoria. A quel punto ho recuperato quella stessa cassetta che mia madre mi faceva ascoltare da piccolo e con lo stereo del nonno ho cominciato a suonare su tutte le canzoni di quell’album fino a comprendere il giusto “batterismo” del reggae.

D: quando hai iniziato a suonare con i Catch a Fyah?

R: nel 2010: all’epoca suonavo con una band punk quando mi hanno cercato quelli che poi sono diventati i componenti dei Catch a Fyah, band reggae di Pordenone.

D: com’è stata l’esperienza con questa band?

R: abbiamo suonato in gran parte del nord Italia come gruppo spalla di diversi artisti della scena reggae internazionale tra cui Alpha Blondy, Busy Signal, Train To Roots e Mellow Mood. Nel 2016 abbiamo pubblicato il primo L.P. ‘Shine’, prodotto da Paolo Baldini, che ci ha portato a fare due tour in Sardegna. Dopo numerosi concerti arriva il Covid, che ci porta a rimanere bloccati a casa e senza possibilità di andare in tour.

D: come hai reagito?

R: non c’era nessuna possibilità di andare in concerto e la voglia di suonare e condividere ciò che questa musica mi fa provare mi ha portato al cambiamento e ho deciso di incanalare tutte le mie energie sui social media.
Non sapendo da dove partire mi sono concentrato su come registrare i miei arrangiamenti. Ho investito in macchine da ripresa video, computer, schede audio e microfoni.
Grazie ai due anni di attività sui social sono entrato in contatto con diversi artisti internazionali, grazie alle quali sono nate collaborazioni e vere e proprie registrazioni retribuite.
Mentre tutto era fermo in lock down io stavo lavorando per realizzare il mio sogno, diventare un batterista reggae affermato e riconosciuto in Italia.

D: a quel punto hai preso una serie di decisioni coraggiose, ti va di parlarne?

R: al compimento dei 30 anni ho deciso di farmi coraggio e ho fatto delle scelte piuttosto drastiche: ad agosto 2021 ho lasciato la mia compagna dopo 8 anni insieme, mi sono licenziato da un lavoro a tempo indeterminato, ho venduto la macchina pagata a rate e ho deciso di partire per la Giamaica. Sentivo che sarei dovuto partire da lì, quasi fossi in cerca di una “benedizione” e con l’idea di imparare il più possibile.

D: e cos’è successo?

R: la vita in quel momento mi ha messo a dura prova perché a novembre sono rimasto bloccato a letto a causa di una brutta infezione: dopo un ricovero d’urgenza, è iniziato un percorso che mi ha costretto a fare controlli frequenti in ospedale. Ero in crisi e con grande fatica ho annullato il volo per Kingston. A quel punto ho pensto che il mio sogno si fosse spento.
Sono rimasto chiuso in casa per sette mesi, lottando per essere felice e cercare di rimanere positivo, pur essendo consapevole che la Giamaica era sempre più lontana. Il mio passato e la mia ex “comfort zone” mi dicevano: ”Cosa hai fatto? Avevi un lavoro sicuro e ora non hai più niente, non te ne puoi nemmeno andare via”. Ero davvero a pezzi e non sapevo più che fare.
Poi grazie ad una guida mi avvicino alla meditazione e alla consapevolezza personale, ricomincio a combattere, mi concentro sulla guarigione e nonostante i dolori riprendo con cautela a pubblicare dei video.

Intervista a Pol Reggae Drummer 2024 Word Sound and Power

D: ed è grazie a questi video che arriva la svolta?

R: proprio così! È dopo averli visti che i Train To Roots hanno deciso di chiamarmi per propormi di essere il loro batterista.
Immediatamente è scattata in me la voglia di rivincita e di continuare a inseguire il mio sogno e così ho iniziato a viaggiare tra Friuli e Sardegna per i primi incontri e per le prove.
Ho deciso però di approfittare di questo cambiamento e andare fino in fondo: ho acquistato un camper su cui ho caricato tutta la mia vita e mi sono trasferito. Ovviamente ho trovato uno spazio speciale anche per la mia batteria per continuare a pubblicare video tra un concerto e l’altro.

D: ora come stai? Dove ti trovi?

R: attualmente mi trovo in Sardegna, sono guarito completamente dall’infezione  e sono impegnato in tour con i Train To Roots. Tra un concerto e l’altro giro la Sardegna con la mia casa su ruote, in cerca di  nuove location e nuove influenze da proporre nelle mie pagine social.

D: qual è il messaggio che vorresti arrivasse a chi ci sta leggendo?

R: spero con tutto il cuore che la mia esperienza possa smuovere le persone che come me hanno un sogno ma preferiscono accontentarsi della comfort zone.
Tutti noi abbiamo persone vicine che ci vogliono bene e ci possono aiutare, ma solo noi stessi possiamo fare diventare il nostro sogno realtà.

Intervista a Pol Reggae Drummer 2024 Word Sound and Power

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