The Oddroots presenta Awareness Dub Version, un remix di Paolo Baldini del brano Awareness, incluso nell’EP The Oddroots, pubblicato da Surna Records, il primo della band romana, che parte dalla musica reggae per esplorare orizzonti soul, jazz e RnB.
D. Come vi siete formati?
R. Il gruppo nasce da un’idea di Andrea (sax tenore) e Bizio (tromba) qualche anno prima della pubblicazione del primo singolo. Nel tempo la formazione è cambiata fino ad arrivare agli attuali 8 membri fissi. Specifico “fissi” perché è nelle nostre intenzioni e anche nella nostra natura cercare sempre nuove sonorità includendo strumenti e musicisti, sia in base ai vari progetti interni alla band che magari per un’espansione futura definitiva.
D. Il vostro è un reggae influenzato da tanti altri generi. Quali sono le vostri maggiori fonti di ispirazione?
R. Abbiamo tante ispirazioni diverse tra loro; il nostro nome, le “strane radici”, evidenzia proprio le nostre estrazioni musicali diverse. In un certo senso il nostro progetto è un albero che cresce direttamente da queste radici che aondano certamente nel rocksteady, ska e roots reggae per poi colorarsi di jazz, soul, RnB e Hip Hop. Un gruppo contemporaneo che per noi rappresenta a pieno questo spirito di contaminazione sono i Fat Freddy’s Drop, ma ci piace ispirarci anche ai grandi della musica reggae, dall’anima jamaicana di Burning Spear allo spirito africano di Lucky Dube.
D. Come siete cambiati a livello di sound dal primo singolo Strangers del 2021?
R. Il nostro sound è cambiato radicalmente. Nel 2021 abbiamo iniziato a sperimentare per cercare in studio le caratteristiche sonore che ci interessavano, passando per tanti tentativi, errori e prendendo da ogni esperienza tutto quello che ci serviva per migliorare costantemente. Il nostro è stato un lavoro di ricerca partendo dai fondamentali. Il nostro EP è in realtà un nuovo punto di partenza, con la differenza che in questi anni abbiamo trovato effettivamente delle solide basi da cui partire per sviluppare la prossima fase del progetto.
D. Come è cambiata la band con l’ingresso di Ibrahima?
R. L’ingresso di Ibra è stato una chiave di volta perché ci ha permesso di sfruttare le sue
caratteristiche per modellare il sound contaminato di cui siamo alla ricerca. Il suo spirito RnB si è sposato perfettamente con le nostre tendenze a mescolare la musica reggae con altri generi che amiamo.
D. Parlatemi del vostro EP The Oddroots…
R. Come ho già anticipato l’EP è per noi un nuovo inizio. Il disco è stato registrato quasi
unicamente in maniera casalinga e indipendente, per poi essere mixato e masterizzato in uno studio di alta fascia come il Polistudio Recording di Andrea Saponara. Siamo partiti da singole idee per poi sviluppare un EP molto eterogeneo, con brani diversi tra loro che rappresentano alcune delle direzioni che vogliamo esplorare con il nostro sound: dal riddim al roots passando addirittura attraverso un brano (Fela) che può essere considerato afro jazz.
D. Cosa ha significato per voi vincere la categoria Jazzology del concorso Laziosound?
R. Per noi è stato un momento importante per due motivi: il primo è stato ricevere il primo riconoscimento esterno al progetto e ci ha confermato di aver imboccato una giusta direzione; il secondo è stata la soddisfazione di essere premiati appunto nella categoria jazz, dimostrando come la musica reggae sia una musica universale e possa abbattere le barriere tra i generi musicali.
D. Parlatemi della vostra collaborazione con Baldini…
R. Il nostro rapporto con Baldini è iniziato in maniera casuale, un incontro fortuito e uno scambio di mail. Detto questo per noi è sempre stato un riferimento della scena reggae e dub, con questo secondo genere che ci aascina enormemente e che vogliamo approfondire tramite la nostra collaborazione con Paolo. In generale è stato un piacere immenso e un onore pubblicare con lui Awareness Dub Version e speriamo che sia solo la prima di una lunga serie di collaborazioni.
D. Con chi vi piacerebbe collaborare prossimamente?
R. Non abbiamo ancora idee precise a riguardo, ma intanto nel nostro piccolo, tramite la nostra etichetta Surna Records, collaboriamo costantemente con tanti artisti emergenti della scena romana e italiana, abbiamo già fatto live con cantanti come Ras Tewelde e Lion D e speriamo di ampliare sempre di più le nostre connessioni perché pensiamo siano fondamentali per la nostra crescita musicale.
D. Prossimi progetti/album?
R. Stiamo lavorando a una live session che uscirà nei prossimi mesi. Nel frattempo siamo
impegnati nella scrittura del nostro primo album, stiamo sperimentando nuovi metodi di
composizione e a breve pubblicheremo alcuni brani in collaborazione con altri artisti della
grande famiglia Surna Records.