In una carriera che dura da 50 anni, c’è poco che Leroy Sibbles non abbia realizzato. L’artista, 69 anni, ha cantato, arrangiato e suonato il basso su alcune delle più grandi canzoni che costellano la storia della musica jamaicana.
Per il poliedrico e geniale musicista è arrivato ora il momento di raccontare in prima persona della sua carriera artistica. A tal fine sta lavorando alla sua autobiografia che spera di poter pubblicare prima della fine dell’anno.
Tra gli innumerevoli libri scritti sul reggae sono davvero pochi quelli che vedono nei panni di autore un jamaicano. Una lacuna che Leroy Sibbles vuole colmare considerando fondamentale il suo punto di vista per dare forma ad un racconto diverso quanto avvincente.
Nel libro ci saranno naturalmente il suo gruppo, The Heptones, le registrazioni a Studio One, il periodo rocksteady fino alla decisione di trasferirsi in Canada.
Originario di Trench Town, il primo grande incarico musicale di Sibbles è stato con The Heptones al fianco di Earl Morgan e Barry Llewellyn. Il trio aveva una serie di hit, principalmente per Studio One, tra cui Sea Of Love, Fattie Fattie, Equal Rights, Sweet Talking, Baby Be True, I’ve Got The Handle e Love Me Always.
Sibbles si è anche affermato come eccezionale bassista partecipando tra l’altro alla registrazione di canzoni di Burning Spear (Door Peep, Foggy Road), Horace Andy (Mr Bassie), The Abyssinians (Satta Massagana).
Mentre la musica che lui e i suoi contemporanei hanno fatto è stata salutata dai musicologi come probabilmente la migliore prodotta in Giamaica, Sibbles ritiene che l’assenza di un’industria musicale strutturata nei primi anni li abbia danneggiati.
“L’approccio commerciale era di una strategia frenetica, con tutti o la maggior parte di questi primi produttori che non mostravano altro che avidità ed egoismo nei confronti degli artisti e dei musicisti” – questa la sua amara considerazione.