Il primo marzo il grande Winston Rodney, in arte Burning Spear, ha compiuto 76 anni. Solo qualche giorno dopo una delle leggende viventi della musica reggae, ha fatto il vaccino anti-covid, una notizia che lui stesso ha voluto mettere in risalto.
Di un probabile suo nuovo lavoro discografico oramai annunciato da anni, purtroppo nessuna traccia. Resta però la voglia di rendergli omaggio ricordando uno dei suoi album simbolo nella vasta discografia offerta in questi decenni e sempre di altissimo livello.
45 anni fa usciva “Man In The Hills”, ufficialmente il suo quarto album dopo “Studio One Present Burning Spear”, “Rocking Time” e “Marcus Garvey”. Proprio come quest’ultimo, anche “Man In The Hills” esce per la Island Records con il compito di confermare le eccezionali critiche ricevute dal predecessore.
Compito difficile, che non spaventa peraltro il musicista, che infatti confeziona un altro disco di altissimo livello, di certo tra i preferiti dai fans del “roots ambassador”. E proprio come in “Marcus Garvey” e per non perdere una loro naturale intesa, a produrlo è Jack Ruby.
Apertura sontuosa proprio grazie alla title track, capace di contenere tutte le caratteristiche della musica di Burning Spear, sonorità ipnotiche, voce che è essa stessa strumento, lyrics visionarie e profetiche. Non mancano tracce di profonda introspezione come “It’s Good”, “Children” e “Mother”, fino alla battagliera “People Get Ready”. Nel disco viene riproposto anche un capolavoro come “Door Peep” registrato per la prima volta a Studio One con il titolo “Door Peep Shall Not Enter”.
Senza dimenticare infine il fondamentale apporto ai cori di Delroy Hines e Rupert Willington.
Tracklist
1 Man In The Hills 3:59
2 It’s Good 2:44
3 No More War 3:20
4 Black Soul 3:24
5 Lion 3:12
6 People Get Ready 3:22
7 Children 3:42
8 Mother 3:36
9 Door Peep 2:38
10 Groovy 3:55