
Dub FX @dubfx11, pseudonimo di Benjamin Stanford è un musicista australiano, noto per il suo modo alternativo di comporre brani musicali che spaziano dal reggae al drum and bass e che ha collaborato con svariati artisti per i suoi pezzi. Vediamo che cosa ci ha raccontato sui suoi prossimi, a notte fonda, dopo un suo live infuocato sul Lion Stage del Rototom Sunsplash.
D: come sono stati i tuoi inizi? Come sei entrato nel mondo della musica?
R: quando avevo quattordici anni stavo sempre per conto mio nella mia cameretta e così ho imparato a suonare la chitarra. Mi sentivo un po’ diverso dagli altri. Mi piaceva scrivere canzoni anche se a quattordici anni non avevo tantissimo da dire. La musica però mi veniva facile, soprattutto trovare delle melodie per le mie canzoni e quindi da lì è partito tutto.
D: nonostante tu sia australiano hai una forte connessione con l’Italia e parli un italiano perfetto…
R: certo, la mia mamma è toscana di Lucca e quando avevo otto o nove anni sono venuto a vivere con lei in Italia e quindi ho fatto quarta, quinta elementare e prima media. Sono quindi ritornato in Australia e ho cominciato le scuole superiori ma sono sempre ritornato in Italia, soprattutto d’estate. Adesso sono almeno quindici anni che vivo più in Europa che in Australia e ho tantissimi amici e collaboratori soprattutto italiani come il mio fonico e il mio tour manager.
D: tu hai sempre fatto collaborazioni pazzesche per i tuoi pezzi. Come scegli con chi collaborare?
R: non è mai una scelta a priori ma spesso nasce tutto sul momento. Non ci penso, non studio mai queste cose ma più semplicemente mi affido all’universo che mi porta queste collaborazioni. Tanti dubplate che ho fatto in Giamaica per esempio non è che conoscessi così a fondo gli artisti. Fatti salvi per esempio Capleton, Kabaka Pyramid e Horace, di cui conosco bene la discografia, degli altri sapevo a malapena solo un paio di pezzi. È tutta una questione di vibe, si parla un po’ e nasce la magia. La mia energia non è mai quella di un fan in senso stretto ma piuttosto di qualcuno che è curioso di capire cosa può succedere. Se invece magari avessi fatto qualcosa con un approccio da fan, come per esempio con Damian Marley, probabilmente forse non sarei stato così professionale come invece sono stato con gli altri.
D: e cosa dovrebbe fare invece chi volesse collaborare con te?
R: ti risponderei la stessa cosa che ti ho risposto poco fa, ossia che dipende tutto dal momento. Magari ricevo un video, mi piace lo stile di qualcuno anche non tanto sconosciuto, ci vediamo in studio e creiamo qualcosa assieme. In altri momenti invece magari ricevo richieste anche da artisti più quotati ma se il momento non è quello giusto o non ho tempo non si concretizza nulla. Come vedi dipende tutto dal momento. Non lavoro in maniera molto organizzata però quando riesco provo a sfruttarmi al massimo. Per esempio in India sono riuscito a chiudere tantissime collaborazioni in pochissimo tempo.
D: quali artisti reggae ti piacciono di più al momento?
R: non studio molto i nomi ma sicuramente sento voci e ritmi che apprezzo. Al momento in Italia sicuramente apprezzo tantissimo Paolo Baldini e chi gli sta attorno come i Mellow Mood. In Francia mi piacciono molto L’Entourloop mentre in Inghilterra mi colpisce la scena di produttori drum & bass.
D: e della scena australiana invece chi potresti consigliarci?
R: sicuramente Jah Tung è molto forte e infatti stasera si è esibito con me sul palco. Ho tantissimi amici molto validi come ad esempio il produttore Mista Savona, un altro producer di Melbourne che si chiama Monkey Marc e una band che spacca che si chiama SUB-TRIBE e che propone un sound moderno molto chill alla Fat Freddie’s Drop.
D: stai lavorando a qualcosa di nuovo?
R: è appena uscito un nuovo album con Woodnote che si chiama Open Secret Society e che potrete ascoltare su tutte le piattaforme a eccezione di Spotify. Questo perché ho deciso di ritirare tutta la mia musica da là a causa di un uso troppo massivo dell’AI da parte loro, con investimenti anche in campo militare che non approvo assolutamente.