Intervista a Forelock

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Forelock ha appena pubblicato Follow Me, il nuovo EP che comprende cinque brani con sonorità diverse dalle produzioni realizzate finora dall’artista italiano. Infatti rispetto al roots reggae dei lavori precedenti, in Follow Me risuona il desiderio di esplorare senza prestare attenzione agli stereotipi di genere e ai contesti. Vediamo che cosa ci ha raccontato su questo progetto e sulla sua musica in generale.

D. Parlami del tuo nuovo EP Follow Me… In che modo il disco varia dalle tue precedenti produzioni? Perché hai deciso di discostarti un po’ dal roots?

R. Ho sempre visto la musica con uno sguardo ampio e, da quando ho iniziato, questo approccio è sempre stato presente. Il fatto di far parte di un progetto (Arawak) che comunque era molto connotato dentro i canoni della musica roots reggae ha fatto sì che di tutto ciò che scrivevo ne selezionassi solo una parte. In realtà quindi ho sempre scritto musica molto varia. Semplicemente alcuni brani rimanevano fuori, in cassetti vari di una cassettiera che ad un certo punto ha preso lo spazio che in realtà già aveva.
Con il lockdown ho avuto modo di confrontarmi con me stesso, sognavo di tornare sui palchi, vedere gente (come tutti). Questa condizione mi ha permesso di lasciar andare un po’ tutto quello che mi veniva voglia di fare dal punto di vista musicale.
Il discostarmi è arrivato quindi un po’ per una necessità di libertà che provavo ed è andato avanti sotto forma di ricerca e sperimentazione varia (ricerca che ha necessitato del suo tempo). Chiarisco che non ho mai vissuto il fatto di suonare un genere musicale come una restrizione, piuttosto ho sviluppato una voglia di riascoltarmi accompagnato da sonorità un po’ diverse, forse direi più vicine ad un mondo contemporaneo del quale sento di far parte. Con il passare del tempo è arrivata la voglia di sviluppare un percorso solista. Oggi posso dire che con questo EP e ciò che mi sta portando mi trovo proprio a mio agio.

D. Con chi hai collaborato?

R. Ho lavorato ai provini e alle stesure delle liriche da solo, chiuso in camera a Bologna durante il primo lockdown. Successivamente ho sentito proprio il bisogno di un confronto con qualcosa di diverso ed è stato li che ho contattato Ultranoise (Federico Mazzolo). Con Fede si è iniziato un lavoro di proposta molto impegnativo all’inizio perché cercavo di dare un’idea ma non mi sentivo in grado di realizzarla. Dopo un po’ di avanti e indietro (lavoravamo ovviamente telematicamente) ho sentito che avevamo imbroccato la strada giusta soprattutto rispetto alla parte strumentale e più precisamente le ritmiche e le linee di basso. Una volta raggiunta la produzione delle strumentali lo scettro è passato a Paolo Baldini con cui ho lavorato sulle voci, il sound e il mix dei brani. Posso dire ora che la scuderia in questione vanta talento vero.

D. Come hai iniziato ad appassionarti al reggae?

R. Da ragazzino, studiavo musica classica e parallelamente mi ero interessato alla musica etnica africana, avevo ricevuto una cassetta dei “The Gladiators” che ascoltai in maniera molto distratta inizialmente ma mi rapì completamente. Da li è partita una fame di sentirne di più e così mi sono avvicinato a progetti come Black Uhuru, Israel Vibration, Groundation, Steel Pulse e così via sino ad arrivare a Marley e infine Dennis Brown. Quest’ultimo è stato molto importante ed è il motivo per cui decisi di dedicargli un particolare momento del mio percorso con Arawak con l’uscita di To The Foundation.

D. Parlami della tua esperienza con gli Arawak… A quando una reunion?

R. Sono entrato nella band come tastierista e poco dopo ho iniziato a scrivere strumentali e testi per i cantanti che si sono susseguiti tra i vari cambi. Ad un certo punto mi proposero di fare un intervento con una strofa all’interno del concerto. Doveva essere quasi uno special, una piccola parentesi che però già dalla prima volta faceva accendere un qualcosa che notai perfino io. Preso bene da questa enfasi ho iniziato a scrivere altre strofe che sono diventati poi ritornelli e brani divisi con il cantante ai tempi. Sino a quando per questioni varie Arawak con una decisione unanime mi ha levato il muro di tastiere che ero solito avere davanti e ho iniziato a cantare… e menomale!
Il rapporto coi ragazzi Arawak è buono, li ho ospitati sul palco durante il mio live al Sardinia Reggae Festival per fare un brano insieme ed è stato molto bello. Voglio però concentrarmi e dare l’importanza che sento di dover dare a questo momento da solo per ragioni molto personali. Non nego che potrebbe succedere di ritrovarsi in studio ad incidere qualcosa insieme ad Arawak nel futuro.

D. Come sei entrato in contatto con il progetto DubFiles? Avete qualcosa di nuovo in cantiere prossimamente con gli altri artisti della scuderia?

R. Questa scuderia è un cantiere continuo! Dubfiles sta lavorando ad un nuovo progetto di cui posso dire solo che sarà una gran figata. Sono molto felice che il 22 agosto finalmente riusciremo a riunire tutta la Tempesta Dub per una serata carica di musica alla Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia. Non succedeva da molto, da quando abbiamo fatto il tour di presentazione di Tempesta dub nel 2015 e sono sicuro sarà una bomba.

D. Con chi ti piacerebbe cantare, anche della scena internazionale?

R. Ci sono tanti artisti con cui ho avuto l’onore di condividere il palco o di registrare un featuring in studio ma al momento sono molto incuriosito dai giovani che stanno venendo fuori e dando a questa musica un respiro fresco. Credo molto in questa cosa e credo che il reggae abbia bisogno di un bel soffio di roba fresh che arrivi da tutto il mondo, non parlo quindi solo della Giamaica. In particolare ci sono alcuni artisti che per cui provo una stima infinita: Likkle Jordie (Hawai), Vanzo (Giamaica), Naaman (Francia) sono alcuni dei nomi con cui mi piacerebbe collaborare prossimamente e chissà…

D. Dopo l’EP stai già pensando al prossimo lavoro?

R. Già da prima dell’uscita di “Follow Me” avevo iniziato a raccogliere il materiale per il prossimo step. Si quindi, sono già ad passo successivo del “pensare”. Devo dire che anche il feedback che questo lavoro ha ricevuto mi ha dato un sacco di spinta per andare avanti.

D. Quest’estate ti vedremo in tour?

R. 28 Luglio a Bologna
29 Suoni di Villalba (Allerona)
5 Agosto Le saline Beach (Stintino)

Sono i prossimi 3 appuntamenti… tutte le altre date le trovate sul mio profilo instagram. Sono in tour con dei musicisti pazzeschi, una band ridotta ma che sembra un’orchestra. Abbiamo già fatto diverse tappe e non posso che essere contento di come sta andando. Se avete voglia di seguirmi, venite a sentirmi!

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