Intervista a Love in Lions

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Intervista a Love in Lions

Love in Lions nasce nel 2021 dall’amore tra i suoi due componenti: l’italianoStefano Merighi e la spagnola Begoña Górriz, entrambi nati ad agosto. Grazieal loro vasto background artistico, hanno trovato il loro legame più forte con lamusica reggae e, come gruppo, hanno iniziato a collaborare con vari progetti.

D. Come è nato il vostro sodalizio artistico?

Stefano. Love in Lions nascono nel 2021 e siamo io e Begoña. Siamo nati entrambi ad agosto sotto il segno del leone e questo progetto è nato dal nostro amore, da qui il nome.

Begoña. Abbiamo entrambi una formazione artistica piuttosto ampia, ma è grazie al reggae che si è creato il nostro legame più profondo e abbiamo iniziato a collaborare per il primo progetto.

D. Quale è il vostro background?

S. Sono cresciuto con molto punk, hip hop, e naturalmente reggae per poi scoprire il blues e aprirmi ad altri generi musicali. Credo di avere una voce che si presta a diversi stili però sento che la mia vera vocazione sia il reggae.

B. Io invece sono cresciuta studiando pianoforte e musica classica al conservatorio. Però ho sempre ascoltato molti generi musicali e ho suonato ska e reggae come tastierista in vari gruppi come Rokavieja, Goymamba, ho avuto modo di partecipare a varie collaborazioni tra cui Alberto Gambino e Oktopussy.

D. Ora come definireste il vostro sound?

S. Il nostro sound è principalmente reggae ma aprire le porte ad ogni tipo di genere musicale ci da una prospettiva più ampia e ci aiuta nella composizione dei brani.

D. Parlatemi del vostro primo disco…

S. No Water no Life oltre ad essere il nostro primo album, è il primo singolo che abbiamo autoprodotto con Matteo ‘Mammolo’ Mammoliti (batterista Africa Unite) alla batteria. Il brano parla della consapevolezza che dobbiamo avere nei confronti di una risorsa essenziale come l’acqua.

B. L’album è stato autoprodotto, tranne per la batteria, suonata da Pol Reggae Drummer e il mix e master, che sono stati curati da Davide Roberto. Io mi occupo degli arrangiamenti e delle composizioni e i testi invece li scriviamo insieme. Nel nostro primo album abbiamo trattato vari argomenti che ci stanno a cuore, come il cambiamento climatico, la diversità, la politica insomma, è un album molto critico ma pensiamo che è proprio quello che fa la musica reggae: parla della realtà che stiamo vivendo e di quando importante sia che le persone si rendano conto di queste problematiche e si aiutino a vicenda per creare un mondo migliore.

D. Questo nuovo Talk to the Universe in che cosa è diverso rispetto alla vostra produzione precedente? Descrivetemelo…

B. Talk to the Universe è un album più ricco, si possono sentire le chitarre di Arturo Landaeta che riempiono i brani e la batteria di Pol Reggae Drummer. In The Key abbiamo le chitarre e il basso fatte da Jambo (dei Train To Roots) e i fiati di Balkan Bomba in El Guion de tu vida. Oltre alle varie collaborazioni in Talk to the Universe abbiamo cercato di miscelare il reggae con vari stili differenti e il risultato è un album variegato che contiene messaggi per noi molto importanti.

S. Gli arrangiamenti dei brani sono eseguiti da Begoña come gran parte delle composizioni, il tutto sempre in condivisione, i testi li ho scritti io tranne le parti in spagnolo che sono di Begoña. È un lavoro di squadra, ognuno dei due con le capacità che ha cerca di dare un’identità ai brani e insieme si riesce a raggiungere un buon risultato.
In questo album parliamo di introspezione e di gentilezza ma anche di competizione inutile e di come questo sistema ci voglia addormentati affinché i potenti possano continuare con i loro affari. Parliamo di come noi stessi siamo i registi delle nostre vite e di come possiamo scriverne il copione ed essere i veri protagonisti di questa splendida avventura. Infine, non poteva mancare una canzone d’amore visto che Love in Lions è questo, l’amore tra due persone che tramite la musica hanno trovato un linguaggio per esprimersi e portare i loro vissuti e pensieri nei testi delle canzoni.

D. Perché la scelta di Hay Espacio Para Todos come singolo?

B. Hay espacio para todos è il brano con fusioni musicali di tutto l’album e abbiamo pensato che fosse quello ideale per fare il videoclip. La scelta dello swing come fusione con il reggae è molto azzeccata e la parte di Drum n Bass dà al brano una ventata di aria fresca.

D. Con chi avete collaborato per questo disco?

S. Le collaborazioni di questo album sono: Pol Reggae Drummer alla batteria, Arturo Landaeta alla chitarra tranne The Key, dove c’è Jambo dei Train to Roots al basso e poi ci sono i fiati di Balkan Bomba. Il mix e master invece sono di Davide Roberto.

D. State già lavorando a qualcosa di nuovo?

B. Per il momento ci stiamo concentrando sul portare questo album nei live estivi. Non vediamo l’ora di metterci al lavoro per nuovi brani e nuove collaborazioni, siamo molto contenti di questo disco e speriamo che i nostri messaggi arrivino a più persone.